Dalla tanto criticata Legge Fornero, che nel corso del Governo Monti ha fatto infuriare non poche persone, la questione pensionistica italiana torna ciclicamente sotto le luci della ribalta. Giustamente, perché ha praticamente tolto le speranza di andare in pensione ad un numero, mai precisamente definito, di persone che già sognavano il meritato riposo.
Ora l’attuale Governo Renzi, ha studiato una combinazione di soluzioni che dovrebbe, almeno in teoria, mettere una pezza alle disastrose conseguenze di quella Legge.
Le linee guida per le pensioni
L’attuale governo ha intenzione di varare con la Legge di Stabilità una serie di norme che permetteranno a chi ha maturato determinati requisiti di raggiungere l’agognato traguardo pensionistico.
Tuttavia, queste norme devono agire all’interno di ristretti vincoli di bilancio, che numeri alla mano ha costretto il Governo a cercare delle soluzioni alternative.
L’anticipo pensionistico (APE)
La nuova formula proposta, è stata chiamata APE, all’anagrafe anticipo pensionistico, che dovrebbe permettere al contribuente di andare in pensione ed abbandonare finalmente il mercato del lavoro.
Ovviamente, non è tutto rose e fiori in quanto sono previste delle penalizzazioni.
L’APE consiste in un prestito garantito dalle banche, che si sostituiranno temporaneamente all’INPS, per un periodo massimo di tre anni, erogando al novello pensionato, un assegno di un importo provvisorio su cui peseranno delle penalizzazioni.
Quando, verranno raggiunti i requisiti per ricevere la pensione vera e propria, questo prestito verrà rimborsato direttamente dall’INPS con una trattenuta sull’assegno pensionistico definitivo fino alla completa estinzione del prestito.
In pratica, e come se venisse chiesto un prestito e al posto di comprarci la macchina nuova, utilizzassimo questo denaro come una rendita pensionistica.
L’APE per chi è disoccupato
La domanda fin troppo attuale è quella che riguarda chi ha si 63 anni, ma è disoccupato oppure pre pensionato.
Qui si aprono due strade:
1) L’onere dell’Ape graverà sulle casse dello Stato che si farà carico, sempre attraverso un prestito garantito dalle banche di anticipare la pensione per il soggetto disoccupato.
2)Nel caso invece del pre pensionato questo onere spetterà all’azienda, in concomitanza con lo Stato che dovrà pagare un’assicurazione in caso di morte del contribuente.
RITA: cos’è e a cosa serve?
Qui entra finalmente in gioco il secondo meccanismo, previsto dalla Legge di Stabilità, chiamato RITA ovvero: Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
Questo nuovo affascinante acronimo, consiste nella pratica in un anticipo simile a quello dell’APE, in cui però il contribuente ha la possibilità di ricevere subito una parte della pensione integrativa, che potrebbe essere utilizzata per dimezzare il prestito bancario, richiesto per andare a coprire il pensionamento anticipato.
Verrebbero integrate, sostanzialmente le due forme di reddito, quella data dal prestito bancario e la rendita data dalla pensione integrativa.
Chi potrà usufruire di questi meccanismi?
Eccoci arrivati alla domanda cruciale: chi potrà avvalersi e richiedere la pensione anticipata?
Al momento si parla di un periodo di sperimentazione, che riguarda chi è nato negli anni dal 1951 al 1953, quindi chi ha raggiunto o sta per raggiungere i 63 anni.
Esistono delle detrazioni?
Ci saranno ovviamente dei meccanismi di detrazioni, per chi per esempio è un disoccupato di lungo corso o lavoratori interessati da crisi aziendali, queste detrazioni andranno via via ridursi e ad azzerarsi per chi ha un reddito alto, o per chi è stato prepensionato a causa di una riorganizzazione aziendale e quindi rimane a carico dell’azienda.
Gli importi di queste detrazioni sono ancora al vaglio del Governo.
A quanto ammontano queste penalizzazioni?
Le penalizzazioni sull’assegno pensionistico dovrebbero andare dall’ 1% al 4%.
Il condizionale qui è d’obbligo in quanto sono percentuali che sono frutto di numerose variabili.
Conviene o meno?
Questo è il punto dolente, conviene o meno approfittare di questa occasione? La risposta è: dipende.
Certo, le penalizzazioni possono andare a pesare, specie per chi non ha una pensione integrativa e quindi non può approfittare dell’opzione RITA, e possiamo chiamarlo come vogliamo ma l’opzione APE rimane pur sempre un prestito bancario con tutto quello che questo comporta.
Tuttavia, visto l’elevato numero di persone che sono disoccupate e che dopo una certa età faticano a trovare lavoro potrebbe essere conveniente provare a farsi fare una simulazione pensionistica e valutarne con molta attenzione i risultati.