Tanto si è parlato delle nuove riforme che puntano, o dovrebbero puntare ad una semplificazione delle norme che regolano il mercato del lavoro. La nuova legge di Stabilità ha introdotto tutta una serie di novità legislative che sconvolgeranno, si spera in meglio, gli obblighi contabili degli operatori con partita IVA.
Una di queste innovazioni andrà ad interessare tutti quei soggetti che operano in regime di contabilità semplificata.
Chi opera in contabilità semplificata?
Guida
- chi opera con la forma giuridica di ditta individuale o di società di persone
- La cui impresa, se opera nel settore delle forniture di servizi non abbia un volume d’affari superiore a 400.000 euro, mentre se opera nel settore del commercio o della produzione non deve avere un volume d’affari superiore a 700.000 euro.
Il volume d’affari viene definito come la somma di tutte le cessioni e prestazioni effettuate nel campo IVA, al netto delle variazioni d’imposta addebitate.
Non concorrono invece, alla formazione del volume d’affari:
- Le cessioni di beni ammortizzabili
- i passaggi interni tra contabilità separate
- operazioni effettuate in esercizi precedenti, ma con imposta esigibile nell’anno in corso
Quali sono gli adempimenti per chi opera in regime di contabilità semplificata?
Le gestione di questo tipo di contabilità, include alcuni adempimenti, tra cui i più importanti sono:
- La tenuta dei registri IVA e del registro dei Beni Ammortizzabili
- ll pagamento delle imposte secondo il principio di competenza economica.
- L’obbligo di registrare tutte le fatture di acquisto e cessioni, gli oneri deducibili ai fini d’imposta e fuori campo IVA
- L’obbligo di registrare incassi e pagamenti entro 60 giorni dall’incasso realizzato e dai pagamenti effettuati.
- L’obbligo di tenuta del Libro Unico del Lavoro (LUL) nel caso in cui l’impresa abbia dei dipendenti.
Cos’è il principio di competenza economica?
Il principio di competenza economica prevede che, chi opera nel regime di contabilità semplificata paghi le tasse, su tutte quelle operazioni di competenza dell’anno d’imposta in oggetto.
Ovvero, anche quelle operazioni che non hanno avuto poi di fatto un riscontro economico di cassa.
Le novità della nuova riforma
La legge di stabilità, andrà proprio a modificare il principio di competenza economica.
Introducendo per la prima volta per le partite IVA che operano in regime di contabilità semplificata il principio di cassa, al pari dei professionisti.
Cosa comporta il principio di cassa?
Il regime del principio di cassa, in vigore dal 2017 permetterà ai lavoratori autonomi che operano in contabilità semplificata di essere soggetti ad imposte per il totale delle operazioni che hanno avuto un effettivo riscontro economico nel corso dell’anno, con l’esclusione quindi di quegli importi che non sono stati incassati o pagati per morosità.
Quindi l’imponibile sarà formato sommando tutte le operazioni che hanno avuto una contropartita in cassa, sotto forma di liquidità.
Questo porterà una maggiore equità nel calcolo delle imposte, in quanto, specie per i piccoli artigiani, la mancata riscossione di un credito dovuto per esempio al fallimento del debitore poteva causare scompensi molto gravi nel bilancio dell’impresa che venivano aggravati dal fatto che il debito non riscosso concorreva comunque a formare l’imponibile, venivano cioè pagate delle imposte su un’entrata che molto probabilmente non sarebbe mai avvenuta.
Questa è una novità che è stata fortemente richiesta da tutti gli esponenti di queste categorie, e può dare una forte spinta alla ripresa economica delle piccole e medie imprese.
Oltre ad una maggiore equità, i titolari di piccole e medie imprese avranno una maggiore certezze dell’importo che dovranno versare all’erario e questo porterà ad una più precisa programmazione del business plan, e una maggior chiarezza nei possibili investimenti che diventeranno degli investimenti sicuri.
Tuttavia, non sono tutte rose e fiori, se fino ad ora molto si è fatto per le Partite IVA a regime agevolato, non è ancora stato modificato il lato previdenziale della questione. Infatti non ci sono state modifiche per tutti quei professionisti che non sono iscritti ad una cassa previdenziale di categoria ma devono versare i contributi alla gestione separata dell’INPS, il cui peso arriverà intorno al 33%, ed è molto di più di quanto potrà mai rendere in futuro, trasformandoli di fatto in una tassazione aggiuntiva travestita da contributi previdenziali.
Inoltre le continue modifiche della legislazione riguardante i titolari di Partita IVA non danno una certezza su ciò che accadrà in futuro