La partita IVA regime dei minimi è stata per anni la principale alternativa per chi voleva iniziare un’attività professionale autonoma usufruendo di specifici vantaggi fiscali.
Dal 1° gennaio 2016 le cose sono cambiate, in quanto l’unica alternativa per aprire la Partita IVA in maniera agevolata è il regime forfettario.
I contribuenti che negli anni pre 2016 hanno aperto la propria attività con il regime dei minimi – caratterizzato da un’imposta sostitutiva agevolata del 5% – avranno la possibilità di mantenerlo fino alla sua naturale scadenza, ossia il compimento dei 35 anni.
Regime forfettario 2017: ecco come funziona
Guida
Ma come funziona di preciso il regime forfettario, ossia la soluzione che ha sostituito la partita IVA regime dei minimi? Tra i requisiti è possibile includere il rispetto dei limiti di ricavi annuali, che cambiano a seconda del codice ATECO in cui è inserita l’attività professionale.
Il contribuente che intende accedere al regime forfettario deve inoltre dimostrare di avere spese per i collaboratori inferiori a 5.000€ lordi annui. Vincolante è anche il fatto di non superare i 20.000€ per quanto riguarda le spese per beni strumentali.
Per quanto riguarda invece il calcolo dell’imposizione fiscale, il regime forfettario si contraddistingue per l’applicazione di un’imposta sostitutiva, la cui entità è il risultato del prodotto tra il fatturato realizzato dal professionista e il coefficiente di redditività, che varia a seconda del codice ATECO dell’attività.
Partita IVA con regime agevolato 2017: cosa sapere sulla tassazione
Il regime forfettario, ossia l’ex partita IVA regime dei minimi, si contraddistingue per un’imposizione fiscale agevolata per i primi cinque anni di esercizio dell’attività.
Chi apre la partita IVA con il suddetto regime ha infatti modo di pagare inizialmente un’aliquota pari al 5% per l’imposta sostitutiva. A partire dal sesto anno di esercizio le cose cambiano e la suddetta voce sale al 15%.
Partita IVA agevolata: altre regole per chi vuole aprirla
Chi vuole aprire un’attività e accedere al regime forfettario, che ha ormai preso il posto della partita Iva regime dei minimi, deve tenere conto di altre regole oltre a quelle sopra ricordate.
La nuova attività non deve infatti essere la prosecuzione di una professione svolta in passato come dipendente. Chi decide di aprirla, nei tre anni precedenti alla richiesta all’Agenzia delle Entrate, non deve aver esercitato attività di natura artistica o attività d’impresa neppure in forma associata o familiare.
Chi non può aprire la Partita IVA agevolata: ecco cosa sapere
Concludiamo questa guida dedicata al regime forfettario, l’opzione che ha sostituito la partita IVA regime dei minimi, ricordando che non possono aprire la partita IVA agevolata con le nuove regole coloro i quali, nell’anno precedente alla richiesta, hanno totalizzato compensi superiori ai 30.000€ in qualità di lavoratori dipendenti.
Sono esclusi anche i contribuenti non residenti, tranne i casi di produzione di almeno il 75% del reddito in Italia, con la garanzia di uno scambio costante d’informazioni con il Paese estero dove il professionista risiede.