Detrazioni figli a carico per Genitori separati non sposati conviventi

Diritto
Detrazioni fiscali figli a carico non conviventi

Detrazioni figli a carico per genitori separati non coniugati: Come funziona?

Rimborsare al contribuente una parte della spesa affrontata per il mantenimento di ogni figlio. Questo il punto centrale alla base del meccanismo della detrazione fiscale per i figli a carico. Un aiuto interessante, se si considera che nell’ultimo anno, per il genitore lavoratore dipendente, le agevolazioni sulle imposte sono diventate più consistenti (circa 200 euro) rispetto agli anni passati e che la legge è giunta a disciplinare nel dettaglio diverse situazioni familiari sempre più diffuse nel nostro Paese.

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.u.i.r.) regola all’art. 12 le detrazioni fiscali per i figli a carico, stabilendo per tutti i figli riconosciuti, naturali, adottivi, affidati e affiliati il diritto dei lavoratori dipendenti alla detrazione fiscale, indipendentemente dall’età, dalla professione svolta o dallo status di studente nonché dalla convivenza col genitore ( anche nel caso in cui il figlio viva in un altro Paese).

Requisito necessario è il guadagno da parte del figlio di un reddito non superiore a 2.840,51 euro soggetto a tassazione Irpef. A inizio anno va effettuata la richiesta di detrazione fiscale (o in generale, al momento di qualsiasi variazione delle condizioni familiari che danno diritto alla decurtazione).

Detrazione Fiscale Figli Genitori Conviventi: Chi ne ha diritto?

Veniamo alle informazioni più strettamente riguardanti l’aspetto giuridico ed economico della legge: hanno diritto alla detrazione fiscale per figli a carico i lavoratori dipendenti genitori, indipendentemente dal loro stato civile. Precisamente coppie sposate, conviventi, non sposate e legalmente separate.

A seconda della situazione familiare esistono tuttavia alcune differenze che andremo a vedere più nel dettaglio:

  • Coppie regolarmente sposate o conviventi: la sottrazione spetta ai coniugi in misura del 50% ciascuno, salvo l’accordo in virtù del quale essi decidano di accreditare l’intera detrazione al coniuge con il reddito maggiore, in modo da usufruire di una facilitazione più considerevole. Se la coppia ha almeno 4 figli le detrazioni sono ripartite tra i genitori al 50%.
  • Coppie separate: la detrazione spetta al genitore affidatario in caso di affidamento esclusivo; al 50% se l’affido è congiunto; se vi è accordo tra le parti, al 100% ad un unico genitore col reddito più alto. In caso di separazione, qualora un genitore non possa usufruire della detrazione per via di entrate troppo basse, sarà l’altro genitore a riceverla e versarla al genitore in difficoltà, salvo diversi accordi (anche del solo 50% nel caso di affidamento condiviso del figlio). Nel caso in cui la coppia che si separa abbia più di tre figli, le detrazioni saranno stabilite dal giudice in virtù dell’affidamento.
  • Coppie non sposate: in questi casi si devono seguire due vie. Se esiste un provvedimento per la custodia dei figli si seguirà il regime per le coppie separate. Se il provvedimento non c’è, allora la via da seguire è la stessa delle coppie sposate.

Cifre importanti a cui fare riferimento

La riduzione prevista per ogni figlio è stabilita nella misura di 950 euro, 1220 euro se il bambino ha un’età inferiore ai tre anni. Si applica un aumento di 400 euro se il figlio a carico è portatore da handicap. Se il numero dei figli è superiore a tre, si andrà a beneficiare di un ulteriore aumento di 200 euro per ognuno.

Se i figli sono 4 o di più, ai genitori viene garantito un ulteriore aumento di 1200 euro. Queste cifre sono di riferimento e per determinare le somme effettive bisognerà svolgere dei calcoli ulteriori che serviranno ad adeguare la detrazione alla condizione economica del lavoratore.

Detrazioni figli a carico 2017 genitori non sposati conviventi: Calcolo dell’agevolazione

Anche per quanto riguarda il 2017, per quantificare l’ammontare esatto della detrazione è necessario compiere una breve operazione matematica: sottrarre a 95.000 ( cifra fissa stabilita dalla legge ) il reddito complessivo del lavoratore e poi dividere per 95.000. Se il rapporto è uguale, minore di zero o pari a 1, al lavoratore non spetterà alcuna detrazione, mentre in caso di risultati diversi bisognerà moltiplicare le prime quattro cifre decimali per la cifra di riferimento che riguarda la propria situazione familiare.

Per ogni figlio oltre il primo, bisognerà aggiungere alla cifra fissa di 95.000 la cifra di 15.000. Il calcolo viene effettuato per l’intero anno e la riduzione sarà scalata mensilmente dalla busta paga del lavoratore che potrà così risparmiare parte di quanto già speso per il mantenimento del figlio sotto forma di una diminuzione delle imposte.

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