Bonus videosorveglianza: cos’è e come funziona il credito d’imposta per i sistemi di sicurezza
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La Legge di Bilancio ha prorogato il bonus videosorveglianza per un altro anno. Il decreto MEF, pubblicato lo scorso 6 dicembre in Gazzetta Ufficiale spiega le modalità per la fruizione del bonus videosorveglianza 2017.
Il credito d’imposta che viene concesso a quanti hanno installato sistemi di allarme o videosorveglianza, nonché alle persone che hanno stipulato un contratto con un istituto di vigilanza perché sorvegli i propri immobili. Tuttavia in quest’ultimo caso, il credito d’imposta spetta solo se gli immobili in questione non sono utilizzati nell’esercizio di attività d’impresa o lavoro autonomo.
Il bonus infatti prevede il riconoscimento di un credito d’imposta in favore delle sole persone fisiche, perciò non vi hanno accesso società, imprese, commercianti o artigiani. Per l’agevolazione è previsto un limite massimo pari a 15 milioni di euro.
Bonus credito videosorveglianza 2017: come funziona l’agevolazione
Ma come funziona il bonus videosorveglianza? Quali benefici spettano? Ai cittadini che nel 2016 hanno istallato un impianto di videosorveglianza o hanno stipulato un contratto con un agenzia di vigilanza spetta non solo una detrazione fiscale del 50% grazie al bonus ristrutturazioni edili ma anche il bonus videosorveglianza. Un credito di imposta concesso a chi sostiene spese per la sorveglianza video.
La Legge di Bilancio 2017, poi, ha provveduto a confermare il bonus videosorveglianza, ovvero il credito d’imposta erogato in favore delle famiglie che istallano telecamere in casa o sottoscrivono un contratto con un’agenzia di sorveglianza.
Ricordiamo che il credito d’imposta è una specie di buono che il contribuente può utilizzare in sede di dichiarazione dei redditi. I lavoratori quindi possono scalare il credito nel momento in cui si trovano a dover pagare le tasse.
Requisiti bonus videosorveglianza 2017: chi può ottenere il beneficio
Chi può ottenere il bonus videosorveglianza 2017? L’agevolazione spetta esclusivamente ai cittadini privati che non sono titolari di Partita IVA, ossia solo alle famiglie. La normativa vigente stabilisce infatti che il credito d’imposta derivante dal bonus vale solo per le persone fisiche “non nell’esercizio di attività di lavoro autonomo o di impresa”.
Come già accennato, risultano esclusi dal beneficio sia i commercianti che gli artigiani, nonché le società e le imprese, incluse quelle individuali. Al momento tuttavia non sono disponibili i dettagli relativi ai limiti di spesa, l’importo massimo previsto per il credito d’imposta e le modalità previste per la fruizione del bonus.