Dopo i tragici eventi di Amatrici e dei comuni limitrofi rasi completamente al suolo del potente sisma di magnitudo superiore a 6, il Governo Renzi ha stabilito di venire incontro a tutti coloro che non vogliono ripetere il dramma di Amatrice e vogliono adeguare le proprie abitazioni al rischio sismico concedendo una detrazione fino al 65% sui lavori di perfezionamento. Grazie a questi lavori forse non si potranno prevenire i danni dei terremoti, che sono forze della natura devastanti e incontrastabili, ma almeno si potranno limitare di molto i danni, sia come immobili che come vite umane.
In cosa consiste il “Bonus Terremoto”
Guida
Il “Bonus Terremoto” è l’agevolazione di natura fiscale che il Governo italiano concede sull’irpef per un tetto massimo da poter portare in detrazione pari a 96000 euro.
Con questa manovra si spera di incentivare tutti coloro che non l’abbiano già fatto a fare dei lavori antisismici per le proprie abitazioni, in modo che queste siano resistenti a terremoti come quello che ha colpito l’Italia centrale.
La detrazione è del 65% sull’importo pagato, notevolmente alta e pari solo a quella per aumentare la classe energetica delle abitazioni, questo perché il tema dell’ambiente, come il tema dei terremoti, è molto sentito dal Governo Renzi che non vuole assolutamente rivedere l’orrore visto nel mese di agosto in Italia centrale, dove a causa di abitazioni, sia pubbliche che private, non adeguate al rischio sismico, si è dovuti assistere inermi alla forza dirompente della natura che ha spezzato tante vite e distrutto alcuni patrimoni storico-artistici dell’Italia medievale.
Bonus terremoto: chi può accedere
Possono accedere al bonus terremoto, ovvero alle detrazioni fiscali del 65% per lavori di sicurezza sismica:
- coloro che adeguano al rischio sismico l’abitazione principale o un’attività
- Coloro che hanno l’abitazione in zone considerate a elevato rischio sismico, ovvero nelle zone 1 e 2 considerate dal Dipartimento della protezione Civile.
L’Italia è infatti divisa in 4 zone sismiche, più è basso il numero più è elevato il rischio e di conseguenza la pericolosità della zona. La zona 1 è la più pericolosa perché soggetta ad alto rischio sismico, e comprende ben 708 comuni che devono quindi necessariamente adeguare abitazioni, negozi e uffici pubblici al rischio sismico in modo da non ripetere le stragi di Amatrici e de L’Aquila.
La zona 2, che comprende 2345 comuni, è una zona meno rischiosa dove però potrebbero verificarsi terremoti abbastanza forti da generare danni non trascurabili.
La zona 3 è considerata una zona sismicamente tranquilla, che può avere terremoti solo di riflesso, e quindi di modesta entità, o comunque non distruttivi.
La zona 4 è quella che presenta scarsi rischi sismici, si tratta di zone non esposte a rischi e lontane dai possibili epicentri. Per maggiori informazioni si può consultare il dipartimento per la protezione civile o l’Istituto di ricerca vulcanologica italiano.
Come avviene il rimborso Irpef
Il rimborso del 65% sull’Irpef per il bonus terremoto può essere applicato solo ed esclusivamente sui lavori di prevenzione del terremoto, e non per i danni ricevuti. Per usufruirne occorre presentare le fatture dei lavori svolti e i bonifici pagati, in modo che il denaro possa essere tracciato e certificato. Non sono ammessi pagamenti in contanti, in quanto il contante non è tracciabile e si vogliono evitare truffe e raggiri ai danni dello Stato.
Il bonus fiscale è diviso in 10 rate annuali, ed è quindi rimborsato in 10 anni. In pratica ogni anno verrà scontato dall’Irpef un decimo dei lavori eseguiti fino ad arrivare a 10/10 il decimo anno che chiude l’agevolazione fiscale.
Si possono pagare i lavori con:
- Bonifico
- Assegno bancario o circolare
- Carta di credito
In pratica i pagamenti devono essere fatti con moneta elettronica, in modo da constatare l’effettivo transito del denaro alla ditta che fornisce il servizio, ed evitando il gioco delle fatture false fatte solo per beneficiare dei benefici fiscali.
Il bonus è infatti concesso grazie a uno speciale fondo governativo, e se si dovesse esaurire per attività malandrine di alcuni, potrebbe non essere utilizzato da chi ne ha effettivamente bisogno, generando un vero e proprio problema a livello sociale. Se si fanno lavori di adeguamento sismico è quindi bene ricordarsi i metodi di pagamento consentiti e conservare ogni fattura.