Nell’ampio spettro di un piano per il rilancio di un’Italia messa in crisi dal Covid-19 hanno trovato spazio una serie di iniziative e di aiuti a livello finanziario che provano a stimolare la ripartenza.
In questa prospettiva con il decreto denominato Salva Italia ecco il bonus 110% che cerca di mettere l’acceleratore su quel che riguarda il lavoro edile che da sempre rappresenta una fonte di PIL per l’intero paese.
Con un occhio alla ripartenza e un altro alla salvaguardia dell’ambiente vediamo quali sono i requisiti per poterne usufruire e quali sono i lavori permessi.
Bonus 110%: cos’è e come funziona
Guida
Come accennato in precedenza il bonus 110% è uno strumento fiscale volto ad incentivare l’economia italiana alla ripartenza, puntando sui lavori di tipo edile.
Fare lavori di ristrutturazione in modo completamente gratuito, usufruendo di sgravi fiscali e anzi guadagnarci anche il 10% sopra.
Questo però a patto che i lavori che si intraprendono siano fatti per apportare migliore dalle quali consegue un risparmio energetico annuo.
Sembra una misura in cui nessuno ci va a perdere, né il contribuente che può fare lavori di miglioria all’immobile di proprietà, la ditta che svolge i lavori che avrá molte più richieste e potrà usufruire del credito di imposta ceduto dal cliente e di sicuro non ci perde lo Stato.
Quest’ultimo ha dato il via al bonus 110% per far in modo che vengano svolti lavori che altrimenti non verrebbero fatti.
Come qualunque intervento che prevede dei bonus a livello fiscale ci sono dei requisiti da rispettare per poter e usufruire. Vediamo nello specifico.
I lavori ammessi dal bonus 110 per cento
Come già accennato in precedenza, per poter usufruire del bonus occorre svolgere dei lavori sull’immobile che garantiscano nel corso dell’anno un notevole risparmio energetico.
Si parla di investimenti trainanti, cioè lavori ai quali è possibile poi agganciare altre tipologie di ristrutturazione al fine di poter godere del bonus.
Gli investimenti cosí detti trainanti sono:
- cappotto termico:isolamento fatto attraverso l’utilizzo di materiale che possegga dei requisiti minimi imposti dalla legge;
- sostituzione degli impianti di climatizzazione: comprese le pompe di calore e le caldaie a condensazione che sono in genere tipiche delle abitazioni condominiali e delle loro parti comuni.
Possono dunque godere del bonus 110% anche tutti i lavori congiunti a queste dei tipologie di interventi, così Come succede per l’istallazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Ma altri sono gli interventi che ricadono in quelli che prevista del decreto di lancio per il bonus 110%.
Interventi antisismici speciali
L’Italia per la sua conformazione geologica è un paese soggetto ad episodi sismici e non è raro che le cronache si riempono di notizie a riguardo.
Ecco il motivo per il quale si è iniziato a porre attenzione sulla possibilità di apportare modifiche strutturali che rendano le costruzioni resistenti in caso di sciame sismico.
Se prima tali lavori erano detraibili fino a un massimo dell’80% ora ricadono nel bonus 110% senza il bisogno di intraprendere gli interventi trainanti.
Impianti solari e fotovoltaici
Come detto in precedenza quello di cui si sta parlando è un ecobonus che punta allo sfruttamento delle energie rinnovabili e a un netto risparmio energetico nel rispetto dell’ambiente circostante.
Per usufruire del bonus in questo caso occorre svolgere uno dei lavori definiti trainanti o aver adottato interventi antisismici.
Bonus 110%: requisiti
Abbiamo fin qui potuto vedere quali sono i lavori che possono beneficiare del bonus 110%. Si é inoltre chiarito che esistono dei lavori che possono essere definiti apripista e che possono essere utili per far rientrare nell’ecobonus anche interventi che altrimenti non ne avrebbero diritto.
Ci sono inoltre dei requisiti di tipo tecnico da rispettare al fine di poter usufruire delle detrazioni fiscali.
Il contribuente per poter usufruire del bonus 110% ha il dovere di presentare:
- progetto;
- relazione di conformità, da ottenere in un tempo che sia precedente alla data di inizio lavori;
- attestato di qualificazione energetica che sia risalente alla data di chiusura dei lavori. Questo soprattutto agendo nell’ottica di una miglioria dell’abitazione sotto il profilo del risparmio energetico. Quello a cui si punta é il portare la struttura a una classe energetica elevata grazie a l’isolamento dei tetto e mura e la messa in opera di porte e finestre adatte al mantenimento di caldo e freddo.
- attestato di prestazione energetica, il così detto APE.
Per ottenere il bonus, uno degli aspetti vincolanti è quello del superamento di almeno 2 classi energetiche e il miglioramento per quell’isolamento termico.
Nel caso in cui tale salto di categoria non fosse possibile occorre in ogni caso garantire l’accesso alla classe energetica più elevata.
Tale passaggio deve essere certificato dall’attestato di prestazione per quel che concerne il prima e il dopo i lavori.
In ciò dovrà essere ben deducibile il livello da cui la struttura partiva e quello a cui approda grazie alle migliorie previste dall’attuazione dei lavori.
Tale certificazione dovrà essere rilasciata al titolare della richiesta dei lavori da un tecnico abilitato tramite dichiarazione asseverata.