
Incentivi rinnovabili: cosa prevede il Decreto del Fare 2? Al momento il Decreto del Fare 2 è in fase di elaborazione e ha lo scopo di incentivare il sistema di semplificazione per un rilancio del comparto economico. In primis saranno analizzati gli incentivi alle rinnovabili perché non risultino un onere nella bolletta. Saranno quindi oggetto del dibattito politico anche le conseguenze dell’assenza dell’APE dai contratti di vendita.
Uno dei principali obiettivi del Decreto del Fare 2 è allora quello di rimodulare gli incentivi rinnovabili. A partire dal 2016, infatti, i produttori, qualora il decreto diventi effettivo, potranno scegliere se continuare a fruire degli incentivi residui oppure una rimodulazione.
Nel caso il produttore decida di fruttare ancora il sistema incentivante, potrà continuare a godere della tariffa. Ma se il produttore preferisce rimodulare l’incentivo, dal gennaio 2014 dovrebbe avere accesso a un incentivo più basso del precedente e la nuova tariffa sarebbe applicata per un periodo residuo cui sono aggiunti sette anni.
Sempre nell’eventualità che il decreto divenga effettivo, quest’ultima opzione sarà godibile fino al 31 marzo 2014. La domanda dovrà essere inviata al GSE. La rimodulazione, in ogni caso, non potrà essere applicata nel caso di impianti non fotovoltaici, eccetto quelli che ricadono nel regime transitorio e quelli incentivati dal provvedimento 6/1992 del Comitato interministeriale dei prezzi.
Il testo, ancora in fase di bozza, prevede la copertura dei costi di incentivazione del fotovoltaico e delle altre rinnovabili con l’emissione di obbligazioni. I costi in questo ambito sono aumentati da 4,5 a 11 miliardi all’anno a partire dal 2010.